mercoledì 6 giugno 2012

Famiglia soggetto e capitale sociale, palestra di democrazia

La famiglia è la palestra per una vera democrazia e quindi riscoprire la sua centralità significa imboccare una strada buona per educare alla democrazia.
La democrazia per sua natura richiede assenso, fiducia, partecipazione, richiede di essere generata continuamente da un bene comune che può essere prodotto solo dalla famiglia e poi viene vissuto nella società e genera un ordine sociale giusto,  pacifico.
La salute della famiglia e la salute della democrazia sono interdipendenti.
E questo lo possiamo constatare dalla crisi che stanno vivendo entrambe ma si potrebbe allargare la connessione della crisi che sta vivendo la famiglia con la crisi della politica, dell'economia, della finanza, dell'ambiente.
E' necessaria una visione organica dei rapporti tra famiglia, impresa, ambiente, comunità, economia, finanza , politica, perché questi elementi hanno bisogno di essere tenuti insieme e solo da Dottrina sociale della Chiesa ha una dimensione interdisciplinare sia nella teoria che nella prassi.
Siamo abituati a pensare che la società moderna sia nata da grandi rivoluzioni politiche, ma questa è una visione parziale, ideologica.
Sono state le associazioni della società civile che hanno costruito la sfera pubblica su cui è sorto lo Stato nazione.
Sono state le famiglie che hanno costruito il mercato.
Purtroppo le famiglie e le associazioni che hanno dato vita alla società moderna si sono fatte "fagocitare" dalle loro stesse creature : Stato e mercato.
Nel corso del processo storico durante il quale si è costruita la modernità, le famiglie, da soggetti attivi, sono diventate soggetti residuali , a supporto dello Stato per quanto riguarda i servizi che questo non riesce a dare, a supporto del mercato per quanto riguarda i consumi.
La naturale soggettività sociale della famiglia è stata soffocata da una cultura che la stimola al disfacimento relegandola ad una "relazione minimale" attraverso il primato dello Stato, oppure ad una "relazione stabile impossibile" attraverso il primato del mercato.
Il riconoscimento alla famiglia tende a ridursi sempre di più con l'assorbimento attraverso il welfare di un numero sempre maggiore di funzioni che le sono proprie , in primis l'educazione e l'assistenza.
Ci sono modelli di sviluppo che generano stili di vita incapaci di coesione sociale.
L'attuale modello di sviluppo ha instaurato uno stile di vita e un ordine sociale che ha indebolito, lacerato la famiglia.
E' il modello dello Stato assistenziale , imperniato su Stato, mercato, individuo.
Per un nuovo modello di sviluppo che sia sostenibile , è necessario concepire la crescita economica integrata dall'umanizzazione della persona.
Il luogo per eccelleza dove può avvenire l'umanizzazione della persona è la famiglia sana.
E' nella famiglia che il nuovo nato può apprendere l'amore gratuito, il dono di sè, prende coscienza che il suo bene è legato al bene dell'altro. (Nell'individualismo dominante il rapporto è caratterizzato dall'uso dell'altro)
Famiglia soggetto sociale
Se vogliamo invertire la rotta, è necessario mettere la società nelle condizioni di riacquistare la sua autonomia valorizzando e promuovendo prima di tutto la famiglia e l'associazionismo familiare attraverso i principi di sussidiarietà, solidarietà e partecipazione che troviamo ben espressi, nell'art. 3 della nostra Costituzione quando ci dice che possiamo parlare di sviluppo completo attraverso " l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese".
Finora non è stato possibile applicare correttamente questi principi per 3 motivi:
1) non ci può essere sovranità popolare senza l'autonomia della famiglia e della società che si articola nella famiglia. ( La famiglia nel nostro sistema ha una posizione privatistica e marginale)
2) è necessario il primato del lavoro sul capitale e questo è possibile solo se la famiglia diventa comproprietaria dei mezzi di produzione ( il nostro modello ha il primato del capitale sul lavoro)
3) è necessaria la compartecipazione dei lavoratori all'impresa affinchè il lavoro imperniato sulla struttura della famiglia abbia motivazioni, obiettivi e finalità diverse dal lavoro staccato dal tessuto sociale.
Famiglia capitale sociale
Che la persona abbia bisogno di vivere con qualcuno e per qualcuno, lo dimostrano anche gli studi sociali ed economici più recenti, dove si rileva che il benessere è derivato in misura determinante da quella rete di relazioni extraeconomiche ed extra politiche in cui le persone mostrano e praticano la fiducia reciproca e seguono norme di cooperazione, solidarietà, reciprocità.
Queste relazioni interpersonali che generano un arricchimento umano reciproco sono il capitale sociale, cioè quel tessuto che rende possibile la buona convivenza e che costituisce il substrato sul quale può attecchire un processo politico ed economico etico.
Qualità e responsabilità della famiglia per essere ciò che è nella sua natura
Vediamo brevemente quali sono le qualità della famiglia che generano capitale sociale:
•·        Prima qualità : La famiglia è il luogo dove si sperimenta in modo unico le diversità radicali dell'umano : la differenza sessuale e la differenza fra generazioni. All'origine stessa della famiglia c'è la diversità fra maschile e femminile. L'altra diversità radicale è quella fra generazioni che crea una scala gerarchica per età: nonni, genitori e figli che stanno su un piano diverso. La famiglia è lo strumento naturale e culturale più efficace per poter conciliare queste differenze radicali perché sa costruire un legame tra queste persone. Se pensiamo al problema dell'accoglienza della diversità che oggi con la globalizzazzione è molto sentito, capiamo che solo con il percorso educativo e di riconoscimento delle diversità dentro alla famiglia è possibile avere cittadini capaci di accogliere le diversità sia come multiculturalità, o disabili, o emarginati.
•·        Seconda qualità :La famiglia non è solo un fatto privato, ma con il matrimonio gli sposi si prendono un impegno pubblico e vanno a formare una nuova realtà con una pubblica assunzione di responsabilità soprattutto in ordine alla generazione e all'educazione dei figli.
•·        Terza qualità : la famiglia vive di legami buoni. Già all'origine del patto coniugale c'è la volontà di unirsi, di donarsi reciprocamente nel desiderio di condivisione.
•·        Quarta qualità :La famiglia è l'ambito educativo primario.
L'atto educativo è il più grande atto perchè rende l'uomo capace di essere persona.
L'educazione è introdurre la persona umana nella realtà, darle strumenti per leggere la realtà, proporle un progetto di vita che risponda all'unico vero bisogno dell'uomo: quello di vivere una vita che abbia un senso.
Nella famiglia è evidente che non ci facciamo da noi, tutti sono dipendenti uno dall'altro e ogni identità personale viene costruita e ricostruita attraverso la storia familiare. La famiglia dunque riequilibra il rischio dell'educazione come soggettività, cioè quello di creare un individuo che rimane l'unico metro di giudizio della realtà e che vede solo se stesso.
Ma le famiglie devono prendere consapevolezza di essere generatrici di capitale sociale, del proprio ruolo sociale, della propria responsabilità pubblica, della propria soggettività autonoma di fronte all'agire del sistema politico,amministrativo ed economico.Occorre una maggiore consapevolezza e una maggior pratica dell'agire sociale della famiglia perchè non basta ripetere "ripartiamo dalla famiglia"o "mettiamo la famiglia al centro "come uno slogan teorico.
La famiglia si deve assumere delle responsabilità perchè solo a partire da una presenza reale di " fatti sociali" prodotti direttamente dalla famiglie, sarà possibile esigere dalla politica e dall'economia una reale " cittadinanza sociale della famiglia".
La cittadinanza sociale della famiglia presuppone l'assunzione di una serie di responsabilità che la famiglia stessa sceglie di assumersi e che sintetizzo in questi 4 punti.
•·        quella di crescere ed educare delle persone responsabili, costruttrici di bene. La famiglia non può essere espropriata da tale compito,ma sostenuta dal contesto sociale e politico, e sostituita solo in caso di incapacità;
•·        quello di costruire legami buoni fra i suoi membri;
•·        avere capacità di aprire queste buone relazioni interne oltre i confini familiari: al vicinato, a chi è nel bisogno;
•·        essere capaci di associazionismo familiare per attivare azioni che sono rivolte alle famiglie coinvolte ed eventualmente ad altre famiglie che presentano esigenze sociali simili.
Le associazioni familiari non sono organizzazioni di volontariato che aiutano altri per altruismo o benevolenza.
Sono fatte da soggetti che vogliono operare su di sé sia direttamente sia indirettamente attraverso altre famiglie con cui condividono lo stesso obiettivo. Bisogna saper vedere le associazioni familiari come parte di quella società civile che non si identifica più con il mercato o con l'opinione pubblica dominante, ma con quelle reti organizzate di solidarietà primaria e secondaria che esprimono una nuova soggettività della società.

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