sabato 7 luglio 2012

Cosa fare per la famiglia in un momento di crisi economica? - intervista a Roberto Bolzonaro

Eliminato il Fattore Famiglia dal Piano Nazionale del Governo: perché?
Cosa fare per la famiglia in un momento di crisi economica?
 
 Intervista a Roberto Bolzonaro - vice presidente nazionale del Forum delle Associazioni familiari 
Tariffe e servizi comunali: che fare in un momento di crisi economica? Distribuire il sacrificio su tutti, ma come?
Quando la disponibilità del Comune diminuisce il primo colpo di scure lo si assesta ai servizi ai cittadini,  in modo particolare ai servizi per la famiglia quali scuola, nidi e scuole materne, toccando il meno possibile i servizi per gli anziani (che votano!!). Quello che è più tragico è che, accompagnato alla rinuncia o riduzione di qualche servizio, si riduce il numero degli aventi diritto alle esenzioni o alle tariffe minime, si alzano le tariffe minime, ma quasi mai vengono toccati i tetti relativi alle tariffe massime. In questo modo chi partecipa fattivamente alla riduzione della spesa pubblica sono le famiglie meno abbienti. Non vi sembra strano? Chi non ha figli non risente delle diminuzioni dell'offerta dei servizi, né tantomeno dell'aumento tariffario nell'ambito scuola, asili, nidi, ecc. Se poi una famiglia ha un reddito alto, non usufruisce generalmente di sconti particolari sulle  rette. Ecco quindi che la sua partecipazione a risolvere i problemi economici del Comune è pressoché nulla.
Quale ricetta? Oltre che stabilire un criterio di priorità sulle scelte dolorose da operare, il Comune si deve dotare di sistemi equi di ridistribuzione delle tariffe e delle rette. Uno di questi è il Fattore Famiglia per un calcolo corretto dell'ISEE o una sua correzione (vedi Quoziente Parma). Fatto questo, il Comune può agire su un aumento generale delle tariffe, in modo che tutti diano il loro contributo in base alle proprie capacità di spesa.  Qui il Fattore Famiglia insegna e dovrebbe farla da padrone.
 
Come mai allora il Fattore Famiglia è stato tolto dal Piano Nazionale per la famiglia?
Questa è una nota triste di questo Governo ed in modo particolare del Ministro con delega alla famiglia, Riccardi. Il Fattore Famiglia applicato alla fiscalità era stato presentato in sede dell'Osservatorio sulla Famiglia con approvazione unanime di sindacati e rappresentanze imprenditoriali, oltre che delle famiglie e delle loro associazioni. Il testo è stato modificato dal Governo in gran segreto in sede di conferenza Stato Regioni, dove, a detta del Ministro, le Regioni hanno voluto toglierlo, per la ragione che "costa troppo". Il Piano che ne è uscito è stato snaturato da questo taglio e il nuovo testo è stato mantenuto segretissimo fino a qualche giorno fa. Una manovra molto oscura dove tutti, dal ministro alle regioni, si sono tolti dalla responsabilità della decisione.
Quali sono le regioni che hanno votato contro il Fattore Famiglia? Non è dato sapere. Ma scherziamo? Che democrazia è se non si sa come si comportano gli eletti su temi così importanti? Vengano fuori i nomi, così sapremo come regolarci alle prossime elezioni!
Ma ora il Governo non sta modificando l'ISEE? Sarà ancora necessario ricorrere a strumenti correttivi dell'ISEE attuale come il Quoziente Parma, Roma e il Fattore Famiglia Lombardia?
Sì, gli esempi di Parma, ormai consolidato, Roma e della Lombardia saranno sempre più necessari in quanto la riforma dell'ISEE si preannuncia più formale che sostanziale. Ai tavoli del ministero del lavoro si sta infatti lavorando su una riforma dell'ISEE che non cambia sostanzialmente nulla: per ora solo formalismi rivisti e qualche precisazione normativa. Su un maggior riconoscimento del costo dei figli, solo un ritocco del 7% in caso di almeno 3 figli minorenni. Tanto all'università i nostri figli ci vanno gratis, le tasse universitarie sono irrisorie (anche 1.600 euro/figlio/anno a Venezia), non mangiano più e non costano niente alla famiglia.
Per cui le sole amministrazioni illuminate potranno porre rimedio a questa stortura con manovre aggiuntive pro family. Si continuerà come prima. Speriamo che il Governo, a fronte delle nostre forti proteste in merito, ci pensi bene prima di uscire con un decreto inutile, che non serve all'economia italiana e continua ad ignorare e calpestare la più grande risorsa che c'è in Italia: la famiglia.
 
I DOCUMENTI DEL CONVEGNO AFI TENUTOSI A LIGNANO SABBIADORO IL 16.6.12 SONO NEL SITO CISS - SEZIONE DOCUMENTI
http://www.centrosturzo.fvg.it/Documenti.aspx

E' proprio vero che non ci sono le risorse per applicare il "Fattore Famiglia"?

Il Governo ha fatto un passo indietro dal Fattore Famiglia, ma sbaglia
E' proprio vero che non ci sono le risorse per applicare il "Fattore Famiglia"?
 
Il 16 giugno scorso si è tenuto a Lignano Sabbiadoro un seminario formativo del'AFI di grande interesse per le politiche familiari, se solo il governo e gli amministratori volessero ascoltare. Il dott. Roberto Bolzonaro, già presidente nazionale AFI e attuale vicepresidente nazionale del Forum delle Associazioni familiari, ha illustrato con precisione la situazione del cosiddetto Fattore Famiglia e il problema della revisione dell'ISEE, due riforme indispensabili per un fisco e delle tariffe pubbliche a misura di famiglia e non di singoli individui.
Il Fattore Famiglia
Il cosiddetto Fattore Famiglia è nato da uno studio dell'AFI, è stato recepito dal Forum delle associazioni familiari e approvato dall'Osservatorio nazionale per la famiglia che è organo della Presidenza del Consiglio.
L'art. 53 della Costituzione Italiana dice che: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività".
Per attuare questo bisogna prima stabilire sopra quale limite di reddito è ammissibile cominciare a pagare le imposte, cioè avere una vera capacità contributiva. E' necessario individuare un livello minimo di reddito non tassabile per una persona e questo dovrebbe essere moltiplicato per un fattore proporzionato al carico familiare.
Il livello minimo di reddito non tassabile per una persona è pari alla soglia di povertà relativa calcolata annualmente dall'Istat. Il fattore proporzionale al carico familiare è il Fattore Famiglia. Esso è ricavato da una scala di equivalenza che tiene realmente conto del numero di persone a carico (moglie e figli) e delle situazioni che gravano sulla famiglia (disabilità, non autosufficienza, monogenitorialità, vedovanza, ecc.)
Il prodotto che si ottiene è la "No Tax Area", all'interno della quale l'aliquota da applicare per le imposte è pari a zero. Superata la No Tax Area, si applicano le aliquote progressive normalmente previste. Quando la No Tax Area risulta superiore al reddito percepito, si applica una tassazione negativa che corrisponde ad un assegno erogato o ad un credito d'imposta pari all'aliquota minima applicata a questa differenza.
Il limite di reddito della persona ritenuta a carico deve essere aggiornato ai valori attuali e portato alla soglia di povertà relativa stabilita dall'ISTAT. I benefici del Fattore Famiglia e della No Tax Area sono facilmente ed automaticamente estesi alle addizionali regionali e comunali.
I benefici del Fattore Famiglia
L'attuale Governo ha fatto un passo indietro sul Fattore famiglia, sostenendo che non ci sono le risorse per finanziarla, dato che il mancato introito fiscale per lo Stato sarebbe di 16 miliardi di euro.
Studi autorevoli dimostrano che i mancati introiti rientrerebbero comunque nelle casse dello Stato in altre forme. L'applicazione del Fattore Famiglia avrebbe questi positivi effetti: crescita dei consumi per 12,7 miliardi; recupero Iva 2,5 miliardi; maggiori introiti fiscali 3,8 miliardi; creazione di 200 mila posti di lavoro; 1 milione di famiglie salirebbe sopra la soglia di povertà.
Il Fattore Famiglia potrebbe essere avviato con criteri di gradualità in modo da poter arrivare a regime in 5 anni.
La revisione dell'ISEE
L'accesso ai servizi, la determinazione di agevolazioni tariffarie e monetarie sono in genere regolamentati utilizzando l'ISEE (Indice della Situazione Economica Equivalente) come parametro economico di riferimento.
La scala di equivalenza utilizzata attualmente è ampiamente penalizzante per famiglie con figli, ma non solo. Il metodo per calcolare l'ISE (Indice della Situazione Economica) è rigido, non è coerente con le diverse situazioni familiari e si presta a facili elusioni.
Il Forum delle Associazioni familiari ha elaborato una proposta di legge che si propone di individuare la situazione economica della famiglia nel modo più oggettivo possibile, permettere una flessibilità d'intervento a livello locale per adattare lo strumento ISEE alle singole realtà, e avviare un sistema continuo di miglioramento del sistema ISEE. Questi obiettivi sarebbero raggiunti agganciando la situazione economica con il fattore famiglia.