Il Sindaco Paolo Menis nel presentare l’iniziativa ha posto la domanda ai relatori se è meglio una città digitalizzata o una città in cui ci sono valori, integrazione, qualità della vita.
Daniela Vidoni ricollegandosi al Lessico sturziano ha evidenziato il pensiero di Sturzo su comunità, autonomie locali, partecipazione, democrazia; un pensiero intessuto di valori umanizzanti e non solo intelligenza tecnica, capaci di dare speranza e rispondere ai bisogni veri dell’uomo.
Giorgio Jannis ha sostituito Pietro Greco influenzato. Ha sottolineato che è in atto una riprogettazione di entità secolari al fine di creare una spazio per i nuovi modi dell'interagire tra le persone e tra le persone e le cose. Istituzioni, biblioteche, ospedali, banche, attività editoriali librarie e giornalistiche, attività imprenditoriali, i mass-media, tutto ora va necessariamente reimpostato e aggiornato alle nuove possibilità e opportunità permesse dalle tecnologie dell'Informazione e della comunicazione. Le"macchine amministrative" del territorio sono luoghi eloquenti, che filtrano, producono e diffondono grandi quantità di informazione, al punto che per legge oggi abbiamo degli obblighi da parte delle Pubbliche Amministrazioni di promuovere forme di e-government, relativi alle dinamiche di trasparenza, interoperabilità e smaterializzazione del flusso documentale. L'e-partecipation ovvero la partecipazione civica mediata dalle tecnologie TIC può trovare ora nuove modalità di espressione prendendo concretamente corpo nelle piattaforme digitali deputate a ospitare la libera manifestazione di interesse dei cittadini nei processi decisionali riguardanti la collettività, grazie a dispositivi che permettano attività di tipo consultivo e deliberativo .Lo stesso concetto di smart-city, può essere inteso come una medaglia a due facce, dove se da un lato vanno riconosciute le innovazioni tecnologiche che ora investono gli agglomerati urbani rendendoli appunto di per sé eloquenti - flussi di informazioni, ottimizzazioni sulla mobilità, edifici intelligenti, sensoristica diffusa, connettività ubiqua - d'altro lato lascia emergere la consapevolezza che l'alfabetizzazione alla cittadinanza digitale e il cambiamento che la nuova epoca ci richiede passa per una presa di coscienza forte, riguardante il nostro dover- essere una smart community.
Mario Pezzetta ha precisato che in Friuli è meglio parlare di smart lander visto che è un insieme di territori. Ritiene che le nuove tecnologie digitali contribuiscono all’attuazione del pensiero di Sturzo in quanto esse permettono la valorizzazione delle singole municipalità, maggiori possibilità di collaborazione fra le stesse , realizzazione delle autonomie locali e della sussidiarietà. Il digitale ha un’anima globalizzante, ma anche personale per cui è necessario spingere sull’identità rinnovata anche dei piccoli comuni. La riforma in atto con l’unione di comuni, deve approfittare della rivoluzione tecnologica per snellire tutti servizi pubblici e la burocrazia. E’ inoltre necessario ricomporre l’idea di territorio, ora amministrato da Comune, Provincia e Sopraintendenza unificandone il governo.
Don Franco Gismano a chiusura del convegno ha sottolineato che la formazione sulla cultura tecnologica è sicuramente necessaria per il raggiungimento dell’eccellenza nei servizi, dello stare sul mercato, della qualità della vita. Ma non possiamo limitarci semplicemente ad abitare un nuovo liguaggio, dobbiamo imparare anche a trascenderlo per scoprire il senso, il significato per cui vale la pena di vivere.
Nessun commento:
Posta un commento